Star…bene insieme dal 1971
Nell’autunno del 1971 c’era nell’aria voglia di novità, di proporre ai giovani qualcosa di
alternativo in paese. Un’attività che potesse, in un qualche modo, contribuire ad ampliare
l’offerta di occupazione del tempo libero. Ed ecco l’idea geniale, scaturita e portata avanti da tre giovani: William Corda, Luigi Moranda e Flavio Togni: fondare una società di pallacanestro! Dopo un mesetto di febbrili preparativi, il 28 ottobre 1971, in una fumosa bettola di Gordola, tra flipper e fotbalini, alla presenza di 18 persone definite “soci fondatori”, ecco nascere la “stella di Gordola” dai colori arancio-blu, ovvero la Società Pallacanestro Star Gordola o più comunemente chiamata Star Basket Gordola, alla cui presidenza fu eletto Luigi Moranda che ne reggerà le sorti per 32 anni. Si trattava in realtà di un manipolo di giovani, entusiasti, sicuramente privi di alcuna esperienza in fatto di fondare e guidare una nuova società. Oltre che sprovveduti, erano un pizzico (forsanche di più) “innocenti incoscienti”! Rincorrevano dei sogni e furono tenaci a persistere nel volerli raggiungere, affrontando e superando gli ostacoli non evidenti dei primi tempi, soprattutto da parte di chi avversava sul nascere il nuovo progetto, mai pensando di scendere allaprima fermata, anche se poteva apparire come la più comoda. Si sa che, quando la voglia di fare e la determinazione abbonda, si è ripagati con grandi soddisfazioni.
Fu così che la Star prese piede e, nel breve volgere di un paio d’anni, la novità contagiò molti più giovani di quanti i fondatori non avessero mai sperato. La crescita costante ed esponenziale perdurò per parecchi anni, richiedendo continui adattamenti per soddisfare tutte le esigenze e consolidare la struttura societaria. La Star era ormai divenuta nel breve volgere di un paio d’anni la vera attrazione che sconfinava oltre Gordola e la dirigenza si trovò presto confrontata con la necessità di creare, accanto alla prima squadra maschile,
un settore giovanile completo in ogni categoria d’età, sia per le ragazze che per i maschi, alfine di soddisfare tutte le adesioni. Il tutto fu completato dalla creazione della scuola basket per i giovanissimi avvenuta nel 1975. Insomma Gordola, a modo suo, visse quel boom del basket che negli anni settanta aveva contagiato in forma irripetibile tutto il Ticino.
Quel primo decennio di attività venne pure contraddistinto, oltre che dalla primaria attività sportiva, da innumerevoli iniziative, spesso goliardiche, proposte da un instancabile “Gruppo Allegria”, su tutte meritano una citazione le settimane bianche di Riom Savognin.
Il tutto contribuiva a far “STAR…bene insieme” i soci e gli amici di quel club che ormai, vinte tutte le resistenze, aveva trovato una sua collocazione nel panorama, allora non ancora così variegato, di attività per il tempo libero di Gordola e dintorni.
Negli anni ottanta l’entusiasmo che aveva portato alla Star così tante adesioni, andò pian piano ma inesorabilmente scemando e il club si trovò a uno spartiacque: fermarsi o proseguire. La situazione divenne infatti parecchio critica ma nel 1984 si verificò una svolta storica con l’arrivo di Scott Twehues, che ebbe il grande merito di ridare entusiasmo e fiducia a tutto l’ambiente. Fu il punto di ripartenza e di consolidamento che condusse, attraverso pianificati programmi di formazione, al rilancio di tutta l’attività. La bontà del lavoro sfociò nei primi importanti risultati colti sul finire degli anni ottanta, preludio al decennio delle grandi affermazioni cantonali e nazionali. Nella seconda metà di questo
decennio la Star ha annualmente organizzato la manifestazione “basket e minestrone”, portando con curiosità il basket sulla piazza del villaggio di Vogorno. Nel 1989 si tenne a Brigels il primo camp settimanale giovanile estivo di prepazione alla nuova stagione agonistica, esperienza interessante e proficua, ripetuta con successo nel tempo in diverse altre località, tra cui la preferita e più riproposta rimane S-chanf in Engadina.
Il 1991, anno del ventesimo dalla fondazione, segnò l’esordio a livello nazionale della squadra femminile nel campionato di prima divisione, più in generale suggellò l’inizio di un’era vincente, un’era d’oro dal profilo dei risultati. Basta dare un’occhiata al palmares per rendersene conto. Le squadre giovanili d’ambo i sessi si affermavano in ogni categoria mietendo successi in Ticino e in Svizzera. Le ragazze raggiunsero la serie B nell’indimenticabile serata di Posieux, Canton Friborgo, era il 7 maggio 1994. I supporters al seguito furono sicuramente i precursori di quello che sarebbe diventato l’orange corner
che raggruppava i tifosi, perlopiù giovani, sempre presenti a incitare la squadra durante le partite delle orange girls. I loro canti festosi, sulle note di Go West, sancirono l’adozione di questa melodia a inno della Star. Indimenticabili restano i pienoni di caloroso pubblico che riempivano di suoni, canti e colori la “bomboniera” delle scuole medie, troppo piccola per contenere tutti. Vennero creati il bar time-out, l’orange club, l’Azione Simpatia, c’era DJ Piga, e molto altro a far da contorno alla squadra che cambiò nome e diventò Regazzi Star
Gordola, in virtù di un fondamentale accordo di sponsorizzazione durato un decennio.
Arrivò Mara Lakic, giocatrice straniera professionista, capostipite di una dozzina di professioniste approdate a Gordola per far sognare. Mara e Julie Krommenhoek, la simpatica ragazza americana giunta da Salt Lake City, sono state senza alcun dubbio le più amate dai supporters delle orange. La sua estrosità nel tiro da 3 punti, oltre a incantare le platee, mandava in tilt le difese di mezza Svizzera, facendo della top scorer Julie ancora oggi la detentrice dei records nazionali: 111 bombe in stagione, 11 in una sola partita e pure 57 punti complessivi in un unico match. Mara fu una delle protagoniste dell’imbattibile
cavalcata verso la serie A, raggiunta a La Chaux-de-Fonds il 27 marzo 1995 con tre giornate d’anticipo sulla fine del campionato. Traguardi di assoluto prestigio, mai immaginati o sognati prima, che non trovarono impreparata la dirigenza, oculata nel pianificare nei giusti tempi la crescita attraverso una profonda riorganizzazione dell’intera struttura organizzativa societaria. Sull’onda dell’interesse e dell’entusiasmo prodotto dai
risultati in ogni dove, vennero intraprese importanti iniziative quali ad esempio
l’organizzazione per 3 anni consecutivi dei campionati giovanili svizzeri e le giornate federali di minibasket. E oltre a tutta questa intensa attività si trovava pure il tempo di organizzare annualmente la 12 ore di basket, manifestazione popolare con un grande successo di partecipanti. Sul crinale del nuovo millennio la Star accusò uno dei colpi più duri della sua storia: la prematura perdita di Cristina Borradori, vicepresidente e autentico punto di riferimento per i soci durante tutti gli anni novanta. La Star, che ha sempre voluto definirsi anche “società famiglia”, deve perenne riconoscenza a Cristina e nemmeno
dimenticare il lavoro svolto, in misure e forme diverse, dai molti altri soci purtroppo defunti nel corso degli anni. Per rendere omaggio a Cristina venne creato nel 2001 il Memorial Cristina, torneo internazionale di minibasket che, a partire dal 2004, fu denominato TIMB.
Il team delle orange-girls, giunto ormai ai vertici del basket nazionale, dopo aver sfiorato l’entrata nell’olimpo del basket svizzero nel 2002 con la finale per la conquista del titolo nazionale persa da Martigny in gara-5 dei play-offs e la finale di coppa svizzera persa dal Troistorrents nel 2003 a Friborgo davanti a 3500 persone, venne ritirato dal massimo campionato dopo sofferta decisione, invocando l’insufficiente numero di giocatrici. Dopo una stagione di mancata presenza sulla scena nazionale, la Star vi riapparve con la squadra maschile in prima divisione nella stagione 2004-2005 dove rimase dieci anni, portando così a complessive 22 stagioni la presenza orange in competizioni nazionali
(squadra femminile: 3 stagioni in prima divisione, 3 in serie B e 6 in serie A).
Dopo il lungo ciclo di successi la Star è tornata a essere una società sempre molto attiva nel settore giovanile e con una squadra senior maschile. Per questione di numeri è stato necessario unire le forze con Arbedo e Muraltese per creare assieme diverse squadre.
E’ormai il trend che tocca i club di ogni sport.
La società ha rappresentato e continua a rappresentare uno spazio in cui ciascuno, inmisure, modi e bravure differenti, può vivere parte del proprio tempo libero. Se i più talentuosi hanno vinto coppe e scudetti o sono approdati alle selezioni cantonali e nazionali giovanili o addirittura alla squadra nazionale maggiore, tutti gli altri non devono assolutamente essere ritenuti inferiori ma apprezzati e ringraziati per aver fatto parte attiva della Star e della sua storia.
“Con e per i giovani” è sempre stato il motto della Star, che vuole fermamente continuare a essere quel sodalizio che custodisce e diffonde quei valori etici e quel file rouge di “STAR… bene insieme” che ne hanno tracciato con un certo giustificato orgoglio la storia dal 1971 fino ad oggi.